venerdì 12 settembre 2014

#LAMUSICARINGRAZIA


Ok ragazzi, è arrivato il momento. 
A causa di non so quali motivi, ma probabilmente per Pigrizia, quella amica che mi accompagna ovunque e non solo al bagno, ancora non avevo pubblicato un post nonostante fosse passato un bel po' di tempo dall’ultimo. Ma oggi stringo tra le mani la nuova copia di Rolling Stone Italia e si è scatenato qualcosa.
Non vi parlerò di album, singoli o musicisti questa volta, ma di qualcosa che mi sta molto a cuore, l’informazione musicale. Siamo abituati ad ascoltare la musica, raramente a leggerla e ancora più raramente a leggere qualche articolo, recensione o scritto che parli della storia (vera, non quella citata su Wikipedia) di quella parte della nostra vita così importante ma anche così data per ovvia. 
Ed è qui che fa la sua parte Rolling Stone. Non voglio incitarvi a comprarlo o farne pubblicità ma vorrei solo far sì che vi rendiate conto, se non l’avete già fatto, che è uno dei pochi (se non l’unico) esponente dell’editoria musicale cartacea in Italia. Perché? Davvero non lo so e mi dispiace troppo, è possibile che con così tanta gente interessata all’argomento pochissimi siano disposti a spendere qualche euro per sfogliare un giornale cartaceo invece che farlo online? Non sentono nel profondo una voglia irrefrenabile di aspettare il giorno della settimana in cui esce il mensile per poterne sentire lo spessore delle pagine, la grana della carta, avere quel giornale che vaga per casa o nella borsa e poterlo leggere quando si vuole senza dover sopportare pop-up pubblicitari? Poterlo leggere la sera senza doversi accecare con lo schermo di un computer o di uno smartphone, volerlo rileggere dopo mesi e mesi e trovarlo ancora lì sullo scaffale dove lo si aveva lasciato, non sono piccoli piaceri della vita?
Sto finendo per fare la nostalgica ma volevo solo dirvi che sì, faccio parte anche io della Generazione Y, quella caratterizzata da un maggiore utilizzo e familiarità con la comunicazione, i media e le tecnologie digitali ma SUL SERIO oggi che ho lottato contro il tempo per riuscire ad avere la mia copia di Rolling Stone prima che finisse nelle mani di pazzi collezionisti (che adoro perché come me ancora comprano cartaceo), mi sento bene. Non solo perché è il primo numero dopo un’estate di silenzio, e quindi il risultato di un cambiamento di editore, cambiamento grafico e un ri-inzio della conta dal numero 1, ma perché vuol dire che a qualcuno gliene frega davvero. A qualcuno importava di mandare avanti una testata cartacea invece che lasciarla solo online, a qualcuno interessava dei tanti come me che andavano a chiedere in edicola “oh ma….Rolling Stone? Niente?”. 
Quindi sono felice, per questo. Dovevo dirlo a qualcuno. 
E chi meglio mi capisce se non voi?

#LAMUSICARINGRAZIA ed anche io.